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venerdì 10 aprile 2020

STEP #08 - Il modello nel "Timeo" di Platone

Platone: Timeo, l'anima del mondo Trad e note di Giuseppe Modugno ...
<< [...] è tuttavia impossibile trovare il fattore e il padre dell'universo, e, una volta trovatolo, indicarlo a tutti. Proprio questo dobbiamo considerare di esso, vale a dire in base a quale dei due modelli l'artefice lo realizzò, se guardando a quello che è allo stesso modo e identico, oppure a quello generato. Se questo mondo è bello e l'artefice è buono è chiaro che guardò al modello eterno: altrimenti, ma non è neppure lecito dirlo, a quello generato. E' chiaro ad ognuno che rivolse il suo sguardo al modello eterno, poiché è il più bello fra i mondi generati, e l'artefice, fra le cause, quella migliore. Generato in questo modo, il mondo è stato realizzato sulla base di quel modello che può essere appreso con la ragione e l'intelletto e che è sempre allo stesso modo: stando così le cose, vi è assoluta necessità che questo mondo sia ad immagine di qualcosa. La cosa più importante in ogni questione è quella di cominciare dal principio naturale. Così allora si deve distinguere l'immagine dal suo modello [...] >>   
(parla l'interlocutore Timeo, da cui prende il nome il dialogo stesso, in risposta a Socrate, enunciando la sua teoria cosmologica)


Per Platone il termine "modello" assume un significato preciso e fondamentale, in particolare se si considera la celebre teoria delle idee, perno del suo sistema filosofico. Secondo il filosofo greco, infatti, la nostra realtà non è che copia e imitazione imperfetta (tramite i processi di mimesi, metessi e parusìa) di modelli eterni e imperituri, ossia delle idee, campioni trascendentali per la realtà fisica, "situate" nell'iperuranio.
William Blake, The Ancient of Days
Esiste, tra il mondo delle idee e quello materiale, un mediatore, la cui esistenza è necessaria per risolvere il problema di tale dualismo: questa figura (che ricorda il Dio cristiano e il Logos degli stoici), è il Demiurgo, essere divino buono ma di potenza non infinita, essendo limitato dalle idee e dalla resistenza "ribelle" della materia: esso compare per la prima volta nel Timeo, testo appartenente ai dialoghi della vecchiaia (è in particolare un dialogo fisico-cosmologico). "Artefice e padre dell'universo", il Demiurgo è una forza ordinatrice, imitatrice (ma non creatrice!), che vivifica la materia preesistente, puro caos e necessità, ad immagine e somiglianza delle idee, dando a queste una forma e soprattutto un'Anima Mundi, una sorta di vitalità universale. La chora, che è il massimo grado di somiglianza con l'intellegibile, viene dunque infusa nella materia fisica a partire dai quattro elementi fondamentali - fuoco, acqua, terra e fuoco. 

Il modello è, sostanzialmente, ciò che l'Artefice imita nel plasmare le forme geometriche del cosmo materiale vivente. Tra queste forme, le prime furono i quattro solidi regolari: il cubo, l'ottaedro, il tetraedro e l'icosaedro. A seguire vennero definiti il tempo, immagine mobile e imitazione dell'eternità, e gli astri, dèi visibili a cui viene attribuito il compito di forgiare quello che resta del mondo. Il cosmo è dunque compiuto in maniera completa e bella, la migliore possibile per un mondo in divenire.

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Per approfondire:
http://www.treccani.it/enciclopedia/modello_%28Dizionario-di-filosofia%29/

Fonti:
Con-Filosofare, volume 1A, Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero (2016)

domenica 5 aprile 2020

STEP #07

IL MODELLO

Perché non tenteremo la fortuna
d’un bel sonetto biascicante in ore
e dove il core rimi con amore
e dove luna rimi con laguna?

Pensiero! - E non bellezza inopportuna.
Sincerità! - Il tema delle «otto ore».
Amore! - Un tal che si trapassa il core
per una sarta, al chiaro della luna.


«Ma che arte, che lima!.... Chi s'adopra,
scrivendo, a farsi intendere con poca
fatica, sarà valido e sincero...»


Così farò. Così, lasciata l'opra
del paiolo e del mestolo, la cuoca
dirà con te: «Ma qui c'è del pensiero!».


- Guido Gozzano, Poesie sparse (XX secolo)

Guido Gozzano, il cui nome legato alla corrente letteraria post-decadente decrepuscolarismo, scrive il sonetto sopra riportato per segnalare il suo distacco dal modello classico e tradizionale di poesia: da qui deriva la scelta del titolo. La struttura metrica è quella del sonetto (due quartine e due terzine, con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE), ma l'utilizzo stesso di quest'ultimo risulta essere una critica intrinseca non solo verso la letteratura di matrice stilnovista, dantesca o petrarchesca, all'interno della quale l'invenzione del sonetto si colloca e che è quindi "Modello" per eccellenza, ma anche verso le sue imitazioni più recenti. Questo è perfettamente in linea con l'idea di letteratura dei Crepuscolari, che, come gli altri contemporanei Avanguardisti, miravano a un rinnovamento della poesia. Il loro nome, in particolare, deriva dall'idea di considerarsi come un "mite e lunghissimo crepuscolo" nella letteratura italiana, dopo il mattino (DantePetrarcaBoccaccio), il mezzodì (Boiardo, Ariosto, Tasso), il primo meriggio (GoldoniParini, Alfieri) e il vespro (FoscoloManzoniLeopardi).
La poesia riportata risulta essere, dunque, un insolito manifesto di poetica.

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Per approfondire:
- sul modello stilnovista: https://letteritaliana.weebly.com/voi-che-per-li-occhi-mi-passaste-l-core.html
- sui movimenti d'Avanguardia: https://www.skuola.net/appunti-italiano/novecento/900-contesto-storico/avanguardie-futurismo-crepuscolari.html
- sui Crepuscolari: https://it.wikipedia.org/wiki/Crepuscolarismo

sabato 4 aprile 2020

STEP #06 - Il Superuomo dannunziano: modello ideale di uomo


Gabriele D'Annunzio, militare e politico, poeta "vate" dell'Italia e simbolo del Decadentismo, è celebre, tra le altre cose, per la sua definizione del modello ideale di uomo: il Superuomo. Il termine italiano traduce il tedesco Übermensch (letteralmente "Oltreuomo"), introdotto da Friedrich Nietzsche e utilizzato da quest'ultimo per indicare colui che, libero da catene e falsi valori etici e sociali, dettati dallo spirito apollineo e dalla filosofia di Socrate, segue invece lo spirito dionisiaco e pratica il "nichilismo attivo", diventando veramente se stesso in una futura nuova epoca.


D'Annunzio fra i pastori – alleo.it     Friedrich Nietzsche On The Secret Ingredient For Happiness

D'Annunzio, fornisce un'interpretazione molto personale della figura del Superuomo nietzschiano, esasperando il concetto di affermazione di sé, il rifiuto per la borghesia, la "volontà di potenza", creandone un mito che verrà poi ulteriormente strumentalizzato dai nazionalsocialisti. Secondo il poeta, è un diritto di pochi esseri eccezionali quello di innalzarsi per creare una nuova aristocrazia tirannica, guardando, come esempio, al passato glorioso di Roma. 
Nel romanzo "Le vergini delle rocce", Claudio Cantelmo, è l'ideal-tipo latino, che cerca una donna a cui unirsi per generare il futuro re di Roma che avrebbe guidato l'Italia riportandola all'antica magnificenza.
Il primo libro del romanzo è occupato dalle riflessioni di Claudio Cantelmo sulla società presente e sul compito delle élites aristocratiche: per questo risulta essere un vero e proprio manifesto politico del superuomo. Ne riporto alcuni passi significativi:

Le Vergini delle Rocce (1896) - LA FIUMANA DEL PROGRESSO

<<  [...] l'arroganza delle plebi non era tanto grande quanto la viltà di coloro che la tolleravano o la secondavano. Vivendo in Roma, io era testimonio delle più ignominiose violazioni e dei più osceni connubii che mai abbiano disonorato un luogo sacro. [...] Una sera di settembre, su quell'acropoli quirina custodita dai Tindaridi gemelli, mentre una folla compatta commemorava con urli bestiali una conquista di cui non conosceva l'immensità spaventosa (Roma era terribile come un cratere, sotto una muta conflagrazione di nubi), io pensai: «Qual sogno potrebbero esaltare nel gran cuore d'un Re questi incendii del cielo latino! Tale che sotto il suo peso i cavalli giganteschi di Prassitele si piegherebbero come festuche.... Ah chi saprà mai abbracciare e fecondare la Madre col suo pensiero oltrapossente? A lei sola - al suo grembo di sasso che fu nei secoli l'origliere della Morte - a lei sola è dato generar tanta vita che se ne impregni il mondo un'altra volta.» E io vedevo, nella mia imaginazione, dietro le vetrate fiammeggianti del balcone regale, una fronte pallida e contratta su cui, come su quella del Còrso, era inciso il segno d'un destino sovrumano. >>

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Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cos%C3%AC_parl%C3%B2_Zarathustra
https://it.wikipedia.org/wiki/Oltreuomo
http://dannunziog.altervista.org/nietzsche-e-il-superuomo/
https://it.wikipedia.org/wiki/Le_vergini_delle_rocce

mercoledì 1 aprile 2020

STEP #05 - Il "modello" in pubblicità


Qual è la differenza tra modello e realtà nella pubblicità? 




In pubblicità, come ben sappiamo e vediamo continuamente, è tutto lecito. Il caso sopra riportato è emblematico: una pizza surgelata viene mostrata come una vera pizza tradizionale, idealmente trasportata da un fattorino, da Napoli direttamente "a casa tua". Nella mente di uno spettatore, che vede in televisione lo spot, si figura un'immagine, evidentemente sbagliata. Il confine tra ciò che ci viene mostrato, pura imitazione, neanche perfettamente riuscita, e realtà dei fatti non è così sottile come appare: si pensi agli ingredienti, necessariamente diversi, e al fatto stesso che il prodotto sia surgelato, che preclude qualsiasi analogia sostanziale con il celeberrimo esempio napoletano. Sono davvero "le stesse cose buone che useresti tu", come dicono?
Il risultato della declinazione del modello nella realtà potrebbe non essere così soddisfacente.


www.comolakehost.com/wp-content/uploads/2019/03...Pizze surgelate: prova d'assaggio | Dissapore
       

Se si considera la definizione di Marvin Minsky "A è un modello della realtà B per un osservatore C se l'osservatore C ponendo domande al modello A riceve risposte relative alla realtà B", è chiaro che l'immagine a sinistra rappresenta A, quella sulla destra B, e lo spettatore C.


domenica 29 marzo 2020

STEP #04 - Il primo uomo e la prima donna come modelli per l'umanità

Che legame ha la parola "modello" con la mitologia? Certo, non c'è una divinità che personifichi tale concetto per come lo intendiamo, essendo questo troppo ampio e generico. Tuttavia, proprio per questo suo carattere generale, sono tanti gli spunti e le ispirazioni: bisogna solo fare una scelta di interpretazione.
Io ho scelto di considerare quello che ritengo un "modello primordiale", riferendomi ai miti sulla creazione dell'uomo, presenti in tantissime civiltà antiche, dalla Mesopotamia alla Grecia, fino a quelle orientali, così come in testi sacri (ad es. nella Bibbia).
Analizzerò in particolare una celebre variante greca del mito sull'origine dell'uomo, ossia quella che vede l'uomo plasmato dalla terra, inumidita con l'acqua, per opera di uno o più demiurghi (generalmente Prometeo), e la successiva creazione della donna.

"Prometeo modella il primo uomo, Athena gli infonde il pensiero"
Frammento di un sarcofago romano (180-190 a.C.)
Ovidio nelle Metamorfosi (I) scrive:



"sic, modo quae fuerat rudis et sine imagine, tellus
induit ignotas hominum conversa figuras." 

Così, quella terra che fino a poco prima era grezza e informe,
subì una trasformazione e assunse figure mai viste di uomini.





Pandora (1882) di Jules Joseph Lefebvre
Zeus aveva tanta fiducia in Prometeo da affidargli tale compito, ma quest'ultimo smise presto di essere fedele all'Olimpo, e un suo inganno nei confronti degli dei (*) sarebbe costato all'umanità una dura punizione: la comparsa della prima donna, la bellissima Pandora, modellata da Efesto. A lei vennero fatti grandi doni dalle divinità (da cui il suo nome, che significa "tutto dono"), e tra questi fu terribile quello di Zeus, il quale le donò un vaso contenente tutti i mali del mondo: la gelosia, la vecchiaia, la malattia... 
Di lei si innamorò e decise di prenderla in sposa Epimeteo, fratello di Prometeo, nonostante i moniti di quest'ultimo, e il destino degli uomini era già segnato: Pandora, presa dalla curiosità, aprì il vaso, da cui uscirono tutti i castighi divini, e in cui rimase chiusa solo la Speranza (Elpis).

Simile alla storia di Pandora è quella di Adamo ed Eva, puniti per aver infranto gli ordini divini. Secondo i miti, dunque, è esistita una causa prima, una colpa dei nostri progenitori, che ha perturbato una situazione idilliaca per dare inizio al male subìto e commesso dagli uomini. In quest'ottica è inevitabile riferirsi a questi primi uomini come modelli (non del tutto positivi, s'intende), veri e propri "prototipi" per l'umanità come la conosciamo oggi.

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Per approfondire: 

lunedì 23 marzo 2020

STEP #02 - La storia del termine

L'etimologia della parola proviene dal latino: questo vale non sono per l'italiano ma anche per altre lingue (si veda il post precedente). Essa deriva in particolare da modulusdiminutivo di modus [modus+ulus]. Prima di arrivare alla forma corrente, si segnala la variante "modèlo" (con plur. "modegli").
Modus si traduce come:

  1. unità di misura
  2. misura, estensione
  3. misura, limite, regola, norma 
  4. modo, maniera, genere, tipo
  5. forma
Il suo diminutivo conserva principalmente il senso di "misura", "modulo", "norma".
E' ovvio che, per comprendere davvero l'uso odierno del termine, è necessario partire da qui. I tre termini indicati, che non a caso ricordano il gergo matematico, evocano il pensiero di qualcosa di stabilito, a cui fare riferimento: una regola, una norma che deve essere rispettata. Un prototipo, in senso lato. E' questo il significato che troviamo nell'arte, in una delle prime comparse del termine nella letteratura italiana, che fa riferimento al grande Michelangelo Buonarroti:


"Modello", dunque, come oggetto reale, esistente in natura o costruito dall'uomo, proposto per essere imitato, riprodotto. Non è difficile dedurre come tale termine sia stato preso in prestito efficacemente dall'ambito tecnico/tecnologico, industriale e ingegneristico.
Anche un soggetto o un'idea possono essere "modelli": questo allontana il possibile errore di attribuire al sostantivo significati puramente materiali. In particolare un m. può essere una concretizzazione di un concetto attraverso una "rappresentazione mentale", una ricostruzione teorica, una simulazione astratta: è questo il caso di modelli che costituiscono schematizzazioni (non necessariamente fisiche) riferite, ad esempio, ai campi della geometria, della fisica, della meccanica, della meteorologia, delle scienze sociali (ecc.).
Un individuo, invece, è "modello" in quanto esemplare per comportamento o virtù, e non solo: è anche la persona che un artista ritrae nella creazione della propria opera figurativa e, più in particolare, colui che per professione posa a favore di uno scultore o di un pittore.
(Usi più recenti): Nel campo della fotografia è in uso il termine fotomodello, mentre la professione di indossatore (modella/o) deve la sua nascita a Charles Frederick Worth, il quale negli anni ’60 dell'Ottocento rivoluzionò l'industria della moda presentando una collezione su donne vere.


Si può dunque concludere che "modello" è un sostantivo pluridisciplinare che ha assunto nel tempo un’amplissima gamma di significati in varie discipline, diventando imprescindibilmente di uso molto comune. 

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Fonti:
- IL Vocabolario della lingua latina, Luigi Castiglioni, Scevola Mariotti (terza edizione)
- Grande Dizionario della Lingua Italiana, volume X (MEE-MOTI), UTET

domenica 22 marzo 2020

STEP #01 bis - Il termine "modello" in lingue straniere

Lingue straniere in Italia e nel mondo
Lingua inglese:
E' curioso notare come, mentre in italiano il termine assume svariati significati nei più disparati ambiti, in inglese esistono quasi tanti sostantivi quante sono le definizioni che noi attribuiamo ad esso nella nostra lingua. Riporterò le principali, commentandole:
  1. model, paragonnon molto lontani dall'italiano (soprattutto il primo, che addirittura segue l'etimologia latina), con il significato di "esemplare, esempio da seguire". Es. A behavioural model; a model of style; a paragon of perfection
  2. model, version (seguito da un numero), una specifica versione di un oggetto in produzione (significato industriale). Es. Current, production model (=modello di serie); the latest model; discontinued model (non più in produzione)
  3. mould (USA), "stampo".
  4. pattern, "modello in più pezzi" (fonderia).
  5. mock-up, una realizzazione a scopo illustrativo o meramente espositivo di un oggetto o un sistema, senza le complete funzioni dell'originale
  6. form, modulo (burocratico).
Il termine model, in particolare, risale al XVI secolo, quando il suo significato era quello di "progetto" (di un edificio). The Model era, nel 1644-45, il piano di riorganizzazione dell'esercito britannico, approvato dalla Camera dei Comuni.

Lingua francese:
Come lingua romanza, il francese conserva nella maggior parte delle definizioni due parole, entrambe derivate dal latino: modèle (utilizzato sia al maschile che al femminile), e, con il significato di "forma" o "stampo", moule. Limitato e specifico è invece l'uso di bosse e maquette, "modello, bozzetto in gesso".

Lingua spagnola:
Ancora una volta ritroviamo il latino: in spagnolo "modello" viene tradotto come modelo (femminile e maschile), molde, moldura, con svariati sinonimi: plantilla, ejempio, paradigma, ispiraciòn, esquema, patròn.

Lingua russa:
Pur essendo una lingua slava, non con troppa sorpresa notiamo come il russo usi модель, traslitterato come "model'", che assume vasta gamma di significati, esattamente come in italiano. 

Altre lingue:
Portoghese: modeloexemplo;
Rumeno: model, exemplu;
Polacco: model, wzòr;
Tedesco: modell, muster;
Turco: model, örnek

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Fonti:
- ilRagazzini, Dizionario inglese-italiano, italiano-inglese di Giuseppe Ragazzini
- Dizionario francese-italiano, italiano-francese, Fratelli Melita editori
- Il dizionario della lingua spagnola (Dizionari pik), Editrice il Girasole


mercoledì 18 marzo 2020

STEP #01 - Definizione ed etimologia del termine "modello"

Il termine "modello" deriva dal latino modulus , diminutivo di modus [modus+ulus].
Di seguito riporto la definizione del sostantivo in lingua italiana:

  1. ogni cosa o persona ritenute esemplari;
  2. originale da riprodurre;
  3. (arte)(architettura)(tecnologia)(ingegneria) riproduzione in scala ridotta di un oggetto o di una struttura;
  4. (burocrazia) modulo da compilare, cioè foglio cartaceo con campi predefiniti da riempire a penna;
  5. (matematica)(informatica) struttura che rispetta gli assiomi di una teoria;
  6. (elettronica)(informatica)(tecnologia)(ingegneria) un prodotto completo e quindi finito;
  7. (industria) riproduzione in scala di mezzi quali automobilivelivolinavibarche e simili, con vari materiali;
  8. (professione) individuo che si presta a pose artistichefotografichecinematografiche o che svolge la professione dell'indossatore;
  9. (filosofia) sistema correlato ad un altro per somiglianzaattinenza e fondamenti o principi.


Per definizioni più complete si confronti:
-Wikipedia: https://it.wiktionary.org/wiki/modello
-Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/modello/

Per sinonimi e contrari:
https://dizionari.corriere.it/dizionario_sinonimi_contrari/M/modello.shtml

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Fonti:
https://www.etimo.it/?term=modello&find=Cerca