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martedì 2 giugno 2020
mercoledì 6 maggio 2020
STEP #13 - Il modello nell'ingegneria del software
Nell'ambito dell'ingegneria informatica (in particolare della sottobranca "software engeneering"), un modello di sviluppo software è il principio teorico che indica il metodo da seguire nel progettare e nello scrivere un programma. Il modello è alla base di una metodologia di sviluppo, che tende ad ottimizzare le varie fasi del processo. I modelli di sviluppo software simulano la realtà per vedere cosa accadrebbe e al fine di ridurre gli errori e migliorare le prestazioni e i risultati.
Il primo modello in ordine storico è il modello a cascata, cui si deve la definizione delle fasi-chiave e che si diffuse ampiamente negli anni settanta. A causa delle sue limitazioni, quest'ultimo ha poi subito diversi cambiamenti che hanno portato prima al modello evolutivo, che aggiunge al modello a cascata una prima fase più ridotta nota come "prototipazione" in grado di ottenere migliori requisiti, e poi il modello trasformazionale, che punta ad un'analisi dei requisiti sempre più approfondita in grado di produrre alla fine un prototipo funzionale. Un altro modello è il modello a spirale, poco conosciuto in Italia, ma molto vivo negli USA, e l'Extreme Programming (XP).
Elenco di modelli e meta-modelli di sviluppo:
Per approfondire:
- https://en.wikipedia.org/wiki/Software_development_process
- https://it.wikipedia.org/wiki/Ingegneria_del_software
Il primo modello in ordine storico è il modello a cascata, cui si deve la definizione delle fasi-chiave e che si diffuse ampiamente negli anni settanta. A causa delle sue limitazioni, quest'ultimo ha poi subito diversi cambiamenti che hanno portato prima al modello evolutivo, che aggiunge al modello a cascata una prima fase più ridotta nota come "prototipazione" in grado di ottenere migliori requisiti, e poi il modello trasformazionale, che punta ad un'analisi dei requisiti sempre più approfondita in grado di produrre alla fine un prototipo funzionale. Un altro modello è il modello a spirale, poco conosciuto in Italia, ma molto vivo negli USA, e l'Extreme Programming (XP).
Elenco di modelli e meta-modelli di sviluppo:
- Modello a cascata
- Modello evolutivo
- Modello trasformazionale
- Modello a spirale
- Modello a fontana
- Prototipazione
- Metodologia agile
- Test driven development
- Extreme Programming
Per approfondire:
- https://en.wikipedia.org/wiki/Software_development_process
- https://it.wikipedia.org/wiki/Ingegneria_del_software
lunedì 23 marzo 2020
STEP #02 - La storia del termine
L'etimologia della parola proviene dal latino: questo vale non sono per l'italiano ma anche per altre lingue (si veda il post precedente). Essa deriva in particolare da modulus, diminutivo di modus [modus+ulus]. Prima di arrivare alla forma corrente, si segnala la variante "modèlo" (con plur. "modegli").
Modus si traduce come:
"Modello", dunque, come oggetto reale, esistente in natura o costruito dall'uomo, proposto per essere imitato, riprodotto. Non è difficile dedurre come tale termine sia stato preso in prestito efficacemente dall'ambito tecnico/tecnologico, industriale e ingegneristico.
Anche un soggetto o un'idea possono essere "modelli": questo allontana il possibile errore di attribuire al sostantivo significati puramente materiali. In particolare un m. può essere una concretizzazione di un concetto attraverso una "rappresentazione mentale", una ricostruzione teorica, una simulazione astratta: è questo il caso di modelli che costituiscono schematizzazioni (non necessariamente fisiche) riferite, ad esempio, ai campi della geometria, della fisica, della meccanica, della meteorologia, delle scienze sociali (ecc.).
Un individuo, invece, è "modello" in quanto esemplare per comportamento o virtù, e non solo: è anche la persona che un artista ritrae nella creazione della propria opera figurativa e, più in particolare, colui che per professione posa a favore di uno scultore o di un pittore.
(Usi più recenti): Nel campo della fotografia è in uso il termine fotomodello, mentre la professione di indossatore (modella/o) deve la sua nascita a Charles Frederick Worth, il quale negli anni ’60 dell'Ottocento rivoluzionò l'industria della moda presentando una collezione su donne vere.
Modus si traduce come:
- unità di misura
- misura, estensione
- misura, limite, regola, norma
- modo, maniera, genere, tipo
- forma
Il suo diminutivo conserva principalmente il senso di "misura", "modulo", "norma".
E' ovvio che, per comprendere davvero l'uso odierno del termine, è necessario partire da qui. I tre termini indicati, che non a caso ricordano il gergo matematico, evocano il pensiero di qualcosa di stabilito, a cui fare riferimento: una regola, una norma che deve essere rispettata. Un prototipo, in senso lato. E' questo il significato che troviamo nell'arte, in una delle prime comparse del termine nella letteratura italiana, che fa riferimento al grande Michelangelo Buonarroti:
Anche un soggetto o un'idea possono essere "modelli": questo allontana il possibile errore di attribuire al sostantivo significati puramente materiali. In particolare un m. può essere una concretizzazione di un concetto attraverso una "rappresentazione mentale", una ricostruzione teorica, una simulazione astratta: è questo il caso di modelli che costituiscono schematizzazioni (non necessariamente fisiche) riferite, ad esempio, ai campi della geometria, della fisica, della meccanica, della meteorologia, delle scienze sociali (ecc.).
Un individuo, invece, è "modello" in quanto esemplare per comportamento o virtù, e non solo: è anche la persona che un artista ritrae nella creazione della propria opera figurativa e, più in particolare, colui che per professione posa a favore di uno scultore o di un pittore.
(Usi più recenti): Nel campo della fotografia è in uso il termine fotomodello, mentre la professione di indossatore (modella/o) deve la sua nascita a Charles Frederick Worth, il quale negli anni ’60 dell'Ottocento rivoluzionò l'industria della moda presentando una collezione su donne vere.
Si può dunque concludere che "modello" è un sostantivo pluridisciplinare che ha assunto nel tempo un’amplissima gamma di significati in varie discipline, diventando imprescindibilmente di uso molto comune.
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Fonti:
- IL Vocabolario della lingua latina, Luigi Castiglioni, Scevola Mariotti (terza edizione)
- Grande Dizionario della Lingua Italiana, volume X (MEE-MOTI), UTET
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