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domenica 10 maggio 2020

Una poesia in romanesco...


ER MODELLO1
 Lei entri in d’uno studio de pittore
e llodi quarche cquadro terminato:
sente subbito dí:2 «Ggrazzie, siggnore;
ma cche vvò vvede?3 è ttutto prossciugato.

  Eppoi sta ttroppo male assituato:
a sto lume che cqui4 ppropio sce more.
Manco se scrope5 com’è ddiseggnato:
nun ce se pò ccapì mmanco er colore.

     Che jje ne pare? Ggià, è ’na prima prova...
E l’impasto? er maneggio der pennello
Dichi6 la verità, ccome lo trova?
     
     A li mi’7 quadri io nun je do apparecchio
d’avvelature.8 Llà, lo guardi in quello:
je farà ppiú ffigura in ne lo specchio».

11 giugno 1837
Giuseppe Gioacchino Belli, Sonetti Romaneschi (XIX secolo)


       Note:

  1.  Agevolmente s’intenderà che qui parla un di coloro i quali servono di modello agli artisti.
  2.  Dire.
  3.  Che vuol vedere?
  4.  A questo lume. Il che qui è un ripieno.
  5.  Neppure si scopre.
  6.  Dica.
  7.  A miei.
  8.  Velature.
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domenica 5 aprile 2020

STEP #07

IL MODELLO

Perché non tenteremo la fortuna
d’un bel sonetto biascicante in ore
e dove il core rimi con amore
e dove luna rimi con laguna?

Pensiero! - E non bellezza inopportuna.
Sincerità! - Il tema delle «otto ore».
Amore! - Un tal che si trapassa il core
per una sarta, al chiaro della luna.


«Ma che arte, che lima!.... Chi s'adopra,
scrivendo, a farsi intendere con poca
fatica, sarà valido e sincero...»


Così farò. Così, lasciata l'opra
del paiolo e del mestolo, la cuoca
dirà con te: «Ma qui c'è del pensiero!».


- Guido Gozzano, Poesie sparse (XX secolo)

Guido Gozzano, il cui nome legato alla corrente letteraria post-decadente decrepuscolarismo, scrive il sonetto sopra riportato per segnalare il suo distacco dal modello classico e tradizionale di poesia: da qui deriva la scelta del titolo. La struttura metrica è quella del sonetto (due quartine e due terzine, con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE), ma l'utilizzo stesso di quest'ultimo risulta essere una critica intrinseca non solo verso la letteratura di matrice stilnovista, dantesca o petrarchesca, all'interno della quale l'invenzione del sonetto si colloca e che è quindi "Modello" per eccellenza, ma anche verso le sue imitazioni più recenti. Questo è perfettamente in linea con l'idea di letteratura dei Crepuscolari, che, come gli altri contemporanei Avanguardisti, miravano a un rinnovamento della poesia. Il loro nome, in particolare, deriva dall'idea di considerarsi come un "mite e lunghissimo crepuscolo" nella letteratura italiana, dopo il mattino (DantePetrarcaBoccaccio), il mezzodì (Boiardo, Ariosto, Tasso), il primo meriggio (GoldoniParini, Alfieri) e il vespro (FoscoloManzoniLeopardi).
La poesia riportata risulta essere, dunque, un insolito manifesto di poetica.

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Per approfondire:
- sul modello stilnovista: https://letteritaliana.weebly.com/voi-che-per-li-occhi-mi-passaste-l-core.html
- sui movimenti d'Avanguardia: https://www.skuola.net/appunti-italiano/novecento/900-contesto-storico/avanguardie-futurismo-crepuscolari.html
- sui Crepuscolari: https://it.wikipedia.org/wiki/Crepuscolarismo