Il termine "modello" assume senza dubbio un significato interdisciplinare, ma concentriamoci ora sul suo significato nell'ambito della filosofia.
Storicamente la nozione filosofica associata a questa parola, in senso metafisico, è quella di "paradigma", ossia quell'archetipo eterno e immutabile su cui i presocratici basavano il sistema universale: un elemento (l'acqua per Talete, il fuoco per Eraclito, l'aria per Anassimene) o un concetto astratto (si pensi all'ápeiron per Anassimandro o all'Essere per Parmenide).
Ma il modello è anche ciò che il demiurgo del Timeo di Platone imita nel plasmare le forme geometriche del cosmo materiale vivente. Per il filosofo greco, in particolare, le idee sono campioni trascendentali per la realtà fisica, che è pura copia, e sono situate nell'iperuranio.
Per il suo discepolo Aristotele, troviamo un significato più "concreto": il modello come unità, connubio di forma e materia, da cui deriva la compresenza di quest'ultimo nella realtà e viceversa.
Dettaglio de "La scuola di Atene" di Raffaello (1509-1511 ca.)
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