mercoledì 3 giugno 2020
martedì 2 giugno 2020
lunedì 1 giugno 2020
STEP #22 - "Il mondo modello" (una serie TV in 3 episodi)
EPISODIO 1: "Testa tra le nuvole"
Marvin ha 22 anni e avrebbe voluto studiare matematica all'università ma, a causa di gravi problemi economici familiari, è costretto a lavorare in un fast food. Non ha mai accettato con rassegnazione questa condizione e molto spesso immagina di sfuggire dal presente che deve vivere: durante il lavoro capita che si figuri nella mente quello che lui chiama il "mondo modello", una realtà ideale in cui egli può studiare come un ragazzo normale, diventare un grande matematico, aspirare addirittura alla medaglia Fields per le sue ricerche, un mondo in cui sua madre non deve lavorare giorno e notte per pagare l'affitto, in cui la sua sorellina può avere una vita normale, nonostante il fatto, inevitabile, che il padre li abbia abbandonati. Vengono mostrate alcune delle sue "visioni", continuamente alternate alla realtà presente. Queste fantasticherie, talvolta, sono talmente radicate nei suoi pensieri che gli sembra di viverle: si intuisce che Marvin, pur non sapendolo, abbia i sintomi della derealizzazione, ossia un disturbo dissociativo consistente nella sensazione di percepire in maniera distorta il mondo esterno al soggetto. Tutti, lo stesso Marvin, sottovalutano la cosa o non si accorgono realmente del problema: alcuni suoi colleghi, scherzosamente, lo chiamano "TestaTraLeNuvole". Marvin, oltretutto, non volendo rinunciare al suo sogno, divide la sua vita tra lavoro, con orari già improbabili, e nottate di studio su libri presi in prestito dalla biblioteca. Questo, insieme al suo crescente disagio psicologico, lo porterà dopo circa un anno ad un crollo emotivo e ad una crisi di panico, proprio nel bel mezzo di un turno di lavoro.
EPISODIO 2: "Modello di... cosa?"
Solo ora i suoi superiori si accorgono che probabilmente la situazione è più seria di quanto si pensasse: se il ragazzo non riesce a risolverla, perderà il suo lavoro. Non potendo permettersi che questo accada, il ragazzo si rivolge a Sophie, psicologa della sua vecchia scuola, in cerca di aiuto. Sophie accetta: la donna ha a cuore Marvin, con cui già aveva parlato anni prima in occasione dell'abbandono da parte di suo padre. Lui le parla di come ormai fatichi a capire cosa sia effettivamente vero: gli sembra di essere diventato il Marvin della sua immaginazione, di vivere in quel mondo parallelo. Talvolta, crede di essere diventato completamente pazzo. La psicologa gli descrive il disturbo da cui è affetto, rassicurandolo sul fatto che la situazione è recuperabile, fino a che lui riesce a mantenere un minimo contatto con la realtà. Per questo, deve cercare di stimolare la sua razionalità, evitando che la sua mente vaghi. "Perché questo nome? Mondo modello lo hai chiamato. Sì, ma modello di cosa?" domanda Sophie, in cerca di altre spiegazioni. Questo è un punto chiave: Marvin spiega che per lui il modello è un'astrazione selettiva, e quella nella sua testa è la perfetta rappresentazione mentale della sua volontà, suo unico rifugio, per questo lo ha creato: il problema, però, resta la declinazione, apparentemente impossibile, di quel modello nella sua vita. D'ora in poi, il ragazzo si ritroverà continuamente a riflettere sul termine "modello", e questa cosa gli offre uno spunto per cimentarsi nell'analisi di un collegamento curioso tra la sua sindrome mentale e la matematica.
EPISODIO 3: "Finalmente realtà"
Marvin inizia a collaborare con Sophie, alternando sedute psicologiche con vere e proprie sessioni di approfondimento sul disturbo da derealizzazione. L'obiettivo è quello di creare un modello matematico che descriva esattamente, quantificandoli, gli stimoli mentali e i processi percettivi che causano le visioni alterate della realtà e di mappare gli eventi più o meno traumatici che possono condizionarle. Impiegano del tempo, quasi un anno, ma alla fine è tutto pronto: schemi, grafici, descrizioni accurate, rivoluzionarie tanto per la psicologia quanto nella matematica, poiché i due campi di studio mai si erano incontrati prima. Un professore di liceo, amico di Sophie, decide di farsi garante dell'ambizioso progetto, di cui vede fin da subito il potenziale, e finanzia la pubblicazione di un articolo su una piccola rivista. Quest'ultimo desta presto l'attenzione della comunità scientifica, sia per l'idea innovativa sia per il fatto che un giovane, non laureato né iscritto ad un'università, potesse aver pensato qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato. Seguono mesi di studi da parte dei matematici sulla validità dei risultati ottenuti: Marvin riceve complimenti, ma anche critiche da parte degli scettici. Al modello, in effetti, manca ancora una parte di analisi più avanzata tramite utilizzi di particolari software, che le capacità e le conoscenze di un autodidatta, per quanto approfondite, non avrebbero potuto compensare. Eppure, la realizzazione di quel mondo modello è ormai vicinissima: arriva l'e-mail di una rinomata università che offre una borsa di studio a Marvin - lo vogliono assolutamente nei loro gruppi di ricerca. Il ragazzo avrebbe potuto seguire un percorso specializzato e sarebbe stato seguito dai migliori insegnanti. Così avviene: Marvin si laurea in soli tre anni, guadagnandosi la fama di prodigio, e continua a pubblicare articoli, interessandosi anche ad altre branche della matematica. Le sue "visioni" sono ormai scomparse, egli è perfettamente consapevole di star vivendo la realtà, per quanto incredibile sia. Con il suo stipendio può dare alla sua famiglia una vita normale. Il mondo modello è ormai il suo mondo, e tutto questo grazie... a un modello!
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Crediti immagini:
1) http://www.spazioasperger.it/index.php?q=articoli-divulgativi&f=33-depersonalizzazione-e-derealizzazione
2) La riproduzione vietata, René Magritte, 1937
3) https://www.liveuniversity.it/2020/03/21/coronavirus-puo-la-matematica-aiutarci-a-capire-il-modo-in-cui-lepidemia-si-diffonde/
Marvin ha 22 anni e avrebbe voluto studiare matematica all'università ma, a causa di gravi problemi economici familiari, è costretto a lavorare in un fast food. Non ha mai accettato con rassegnazione questa condizione e molto spesso immagina di sfuggire dal presente che deve vivere: durante il lavoro capita che si figuri nella mente quello che lui chiama il "mondo modello", una realtà ideale in cui egli può studiare come un ragazzo normale, diventare un grande matematico, aspirare addirittura alla medaglia Fields per le sue ricerche, un mondo in cui sua madre non deve lavorare giorno e notte per pagare l'affitto, in cui la sua sorellina può avere una vita normale, nonostante il fatto, inevitabile, che il padre li abbia abbandonati. Vengono mostrate alcune delle sue "visioni", continuamente alternate alla realtà presente. Queste fantasticherie, talvolta, sono talmente radicate nei suoi pensieri che gli sembra di viverle: si intuisce che Marvin, pur non sapendolo, abbia i sintomi della derealizzazione, ossia un disturbo dissociativo consistente nella sensazione di percepire in maniera distorta il mondo esterno al soggetto. Tutti, lo stesso Marvin, sottovalutano la cosa o non si accorgono realmente del problema: alcuni suoi colleghi, scherzosamente, lo chiamano "TestaTraLeNuvole". Marvin, oltretutto, non volendo rinunciare al suo sogno, divide la sua vita tra lavoro, con orari già improbabili, e nottate di studio su libri presi in prestito dalla biblioteca. Questo, insieme al suo crescente disagio psicologico, lo porterà dopo circa un anno ad un crollo emotivo e ad una crisi di panico, proprio nel bel mezzo di un turno di lavoro.
EPISODIO 2: "Modello di... cosa?"
Solo ora i suoi superiori si accorgono che probabilmente la situazione è più seria di quanto si pensasse: se il ragazzo non riesce a risolverla, perderà il suo lavoro. Non potendo permettersi che questo accada, il ragazzo si rivolge a Sophie, psicologa della sua vecchia scuola, in cerca di aiuto. Sophie accetta: la donna ha a cuore Marvin, con cui già aveva parlato anni prima in occasione dell'abbandono da parte di suo padre. Lui le parla di come ormai fatichi a capire cosa sia effettivamente vero: gli sembra di essere diventato il Marvin della sua immaginazione, di vivere in quel mondo parallelo. Talvolta, crede di essere diventato completamente pazzo. La psicologa gli descrive il disturbo da cui è affetto, rassicurandolo sul fatto che la situazione è recuperabile, fino a che lui riesce a mantenere un minimo contatto con la realtà. Per questo, deve cercare di stimolare la sua razionalità, evitando che la sua mente vaghi. "Perché questo nome? Mondo modello lo hai chiamato. Sì, ma modello di cosa?" domanda Sophie, in cerca di altre spiegazioni. Questo è un punto chiave: Marvin spiega che per lui il modello è un'astrazione selettiva, e quella nella sua testa è la perfetta rappresentazione mentale della sua volontà, suo unico rifugio, per questo lo ha creato: il problema, però, resta la declinazione, apparentemente impossibile, di quel modello nella sua vita. D'ora in poi, il ragazzo si ritroverà continuamente a riflettere sul termine "modello", e questa cosa gli offre uno spunto per cimentarsi nell'analisi di un collegamento curioso tra la sua sindrome mentale e la matematica.
EPISODIO 3: "Finalmente realtà"
Marvin inizia a collaborare con Sophie, alternando sedute psicologiche con vere e proprie sessioni di approfondimento sul disturbo da derealizzazione. L'obiettivo è quello di creare un modello matematico che descriva esattamente, quantificandoli, gli stimoli mentali e i processi percettivi che causano le visioni alterate della realtà e di mappare gli eventi più o meno traumatici che possono condizionarle. Impiegano del tempo, quasi un anno, ma alla fine è tutto pronto: schemi, grafici, descrizioni accurate, rivoluzionarie tanto per la psicologia quanto nella matematica, poiché i due campi di studio mai si erano incontrati prima. Un professore di liceo, amico di Sophie, decide di farsi garante dell'ambizioso progetto, di cui vede fin da subito il potenziale, e finanzia la pubblicazione di un articolo su una piccola rivista. Quest'ultimo desta presto l'attenzione della comunità scientifica, sia per l'idea innovativa sia per il fatto che un giovane, non laureato né iscritto ad un'università, potesse aver pensato qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato. Seguono mesi di studi da parte dei matematici sulla validità dei risultati ottenuti: Marvin riceve complimenti, ma anche critiche da parte degli scettici. Al modello, in effetti, manca ancora una parte di analisi più avanzata tramite utilizzi di particolari software, che le capacità e le conoscenze di un autodidatta, per quanto approfondite, non avrebbero potuto compensare. Eppure, la realizzazione di quel mondo modello è ormai vicinissima: arriva l'e-mail di una rinomata università che offre una borsa di studio a Marvin - lo vogliono assolutamente nei loro gruppi di ricerca. Il ragazzo avrebbe potuto seguire un percorso specializzato e sarebbe stato seguito dai migliori insegnanti. Così avviene: Marvin si laurea in soli tre anni, guadagnandosi la fama di prodigio, e continua a pubblicare articoli, interessandosi anche ad altre branche della matematica. Le sue "visioni" sono ormai scomparse, egli è perfettamente consapevole di star vivendo la realtà, per quanto incredibile sia. Con il suo stipendio può dare alla sua famiglia una vita normale. Il mondo modello è ormai il suo mondo, e tutto questo grazie... a un modello!
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Crediti immagini:
1) http://www.spazioasperger.it/index.php?q=articoli-divulgativi&f=33-depersonalizzazione-e-derealizzazione
2) La riproduzione vietata, René Magritte, 1937
3) https://www.liveuniversity.it/2020/03/21/coronavirus-puo-la-matematica-aiutarci-a-capire-il-modo-in-cui-lepidemia-si-diffonde/
domenica 31 maggio 2020
Nella lingua cinese...
L'ideogramma cinese che definisce il "modello", lo "schema", il "formato" è il seguente:
Il carattere è derivato da un pittogramma, originariamente rappresentante un albero (木) che estende i suoi rami in un punto che prima non raggiungeva (各) per entrare in contatto con esso, a dare l'idea di ricollegare ciò che è stato prima separato (il modello e la realtà, ad esempio).
Esso ha anche i significati di:
- piazza
- regola
- (diritto) caso
- stile, forma, standard
- carattere
- (grammatica) caso
- traliccio, grata
sabato 30 maggio 2020
STEP #21 - Etica e modelli di comportamento
Quali sono i nostri modelli di comportamento? Cosa ci spinge a seguirli o meno? Sono semplicemente costruzioni mentali o vere e proprie imposizioni sociali e culturali?
"Il bene è stato giustamente definito come ciò a cui tutto tende", ha affermato un Aristotele forse troppo ottimista nell'Etica Nicomachea (libro I, 1094a).
E' un insieme di norme e valori a regolare i comportamenti umani, ma si può discutere su quanto questa tensione verso il bene sia spontanea e naturale.
Guardando l'etica come un'"istituzione normativa" e "sociale", questa può essere accostata al diritto: entrambe controllano i rapporti tra individui affinché siano garantiti la sicurezza personale e l'ordine pubblico, ma si affidano a mezzi diversi. Il diritto si basa sulla legge territoriale, valida solo sul territorio statale, che va promulgata affinché si conosca, che se non rispettata sarà seguita da una pena: esso fornisce un modello "imposto dall'alto" che stabilisce il limite tra la libertà del singolo e quella del prossimo; l'etica si basa sulla legge morale, valida, in teoria, universalmente, già nota a tutti in modo non formale.
Come detto prima, questa "universalità" dell'etica può essere messa in dubbio se si pensa ad alcuni pratici esempi. Tutti concorderanno che uccidere sia sbagliato, non solo perché la legge lo vieta, ma per un insito senso di filantropia che ci accomuna: eppure ciò non ferma gli omicidi. La spiegazione? Qui interviene la psicologia e lo studio della derivazione dei modelli comportamentali in base al vissuto di una persona, alla sua storia, alla sua educazione eccetera. Così come molto dipende dagli esempi che si acquisiscono nei primi anni di vita, quando la mente è una "tabula rasa": è risaputo che figli di genitori violenti, tendendo a pensare che la realtà in cui vivono rappresenti la normalità ed essendo i genitori il modello da seguire, sul loro esempio fondano le loro modalità di relazionarsi.
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Fonti:
- https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2019/11/25/giornata-contro-violenza-donne-figli-padri-aggressivi-come-spezzare-catena-violenza#:~:text=%C2%ABS%C3%AC%3A%20quando%20un%20padre%20%C3%A8,diventi%20aggressivo%20a%20sua%20volta%C2%BB.
Crediti immagine: http://www.francescovalenti.it/2018/01/11/etica-e-kiwanis/
Crediti immagine: http://www.francescovalenti.it/2018/01/11/etica-e-kiwanis/
venerdì 29 maggio 2020
Il modello del DNA
Il modello a doppia elica di Watson e Crick
- A rendere più rapida la soluzione del rompicapo della struttura del DNA è stata l’idea di costruire modelli tridimensionali a partire dalle informazioni relative alle dimensioni molecolari e agli angoli di legame. Questa tecnica, originariamente applicata a studi sulla struttura delle proteine dal biochimico americano Linus Pauling, fu impiegata dal fisico inglese Francis Crick e dal genetista statunitense James D. Watson, entrambi attivi a Cambridge. Watson e Crick si sforzarono di mettere insieme in un unico modello coerente tutto ciò che fino a quel momento era stato appurato circa la struttura del DNA. Possiamo riassumere così le informazioni di cui disponevano i due ricercatori:
- - I risultati della cristallografia mostravano che la molecola di DNA era a forma di elica (una spirale a sviluppo cilindrico).
- - I precedenti tentativi di costruire un modello in accordo con i dati fisici e chimici suggerivano che nella molecola ci fossero due catene polinucleotidiche affiancate che correvano in direzioni opposte, cioè erano antiparallele.
- I risultati di Chargaff suggerivano che le basi azotate fossero legate tra loro in modo ben preciso.
Alla fine del mese di febbraio del 1953, Crick e Watson pubblicarono la loro proposta per la struttura del DNA. Tale struttura spiegava tutte le proprietà note della sostanza e apriva la strada alla comprensione delle sue funzioni biologiche. La struttura pubblicata originariamente ha subito alcuni ritocchi marginali, ma è rimasta invariata nelle sue caratteristiche principali.
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Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/DNA
giovedì 28 maggio 2020
STEP #20 - la lingua greca come modello nello Zibadone
Come suggerisce il titolo, che si traduce come "mescolanza confusa di cose diverse", le tematiche trattate sono le più varie. Tra le più celebri: l'infelicità dell'uomo, il piacere, la teoria della visione, il vago e l'indefinito. Tuttavia Leopardi nello Zibaldone scrisse anche sul funzionamento del linguaggio, sulla lingua adamica e primitiva, sulla società, sulla civiltà, sulla memoria, sul rapporto tra antico e moderno, sulla cultura.
Nel passo riportato, il poeta tratta dell'evoluzione linguistica dal greco, modello per eccellenza, al latino: viene spiegato come il latino avesse avuto la possibilità di perfezionarsi guardando alla magnificenza dell'antenata lingua Greca, che invece era, in tutto e per tutto, senza precedenti.
"La lingua latina ebbe un modello d’altra lingua regolata, ordinata e stabilita, su cui formarsi. Ciò fu la greca, la quale non n’ebbe alcuno. Tutte le cose umane si perfezionano grado per grado. L’aver avuto un modello, al contrario della lingua greca, fu cagione che la lingua latina fosse piú perfetta della greca e altresí che fosse meno libera (né piú né meno dico delle letterature greca e latina rispettivamente; questa piú perfetta, quella piú originale e indipendente e varia). I primi scrittori greci, anche sommi ed aurei, come Erodoto, Senofonte ec., erano i primi ad applicar la dialettica e l’ordine ragionato all’orazione.
Non avevano alcun esempio di ciò sotto gli occhi. Quindi, com’é naturale a chiunque incomincia, infinite sono le aberrazioni loro dalla
dialettica e dall’ordine ragionato."
Leopardi ci suggerisce un nuovo concetto di modello: uno schema esemplare da imitare e perfezionare per giungere all'eccellenza.
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Per approfondire:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Zibaldone
Fonte: I classici nostri contemporanei, volume 5.1 "Giacomo Leopardi", Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria (Pearson, 2016)
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